15 aprile, ore 18, Istituto di Cultura Meridionale Borbone Due Sicilie: esiste un ramo Spagna?‏

Nel corso di questo incontro si puntualizzerà un altro aspetto della questione: il presunto riconoscimento della linea di Alfonso Maria (1901-1964) e di suo figlio Carlo Maria (1938-2015). Nel 1982, re Juan Carlos, quale Re di Spagna e quindi, a suo avviso, nella veste di rappresentante e successore di Carlo III, chiese a cinque dei più autorevoli organi dello Stato spagnolo di investigare sulla successione contesa.vDopo un esame della problematica le istituzioni dichiararono al Re che ognuna di esse era dell’opinione che l’erede legittimo alla dignità di Capo della Real Casa delle Due Sicilie e alle sue prerogative fosse “S.A.R. Don Carlos de Borbón-Dos Sicilias y Borbón-Parma, Duca di Calabria”. Questi pareri, però, non tengono conto del fatto che esistono fondamentali questioni che non sono state notate, ma che invece dovevano essere approfondite e capite, così come altre sono state ingigantite a dismisura e discusse senza ragioni. In base a quali princìpi Sua Maestà Juan Carlos si sarebbe potuto esprimere sulla vicenda? Per competenza? Per motivazioni storiche? Dinastiche?

1) Incompetenza Giuridica: non è ammissibile ritenere che S.M. Juan Carlos avesse competenza giuridica, e nello specifico nel diritto dinastico, di un’altra ed autonoma Casa Reale e Dinastia come quella dei Borbone delle Due Sicilie. Infatti è inoppugnabile che il regno delle Due Sicilie era uno Stato autonomo e separato da quello spagnolo, così come la Real Casa dei Borbone Due Sicilie non era ovviamente un ramo cadetto sottoposto ai Borbone di Spagna, benché discesi da tale Real Casa ed aventi diritti di successione a quel trono. Quindi non si comprende l’autorità in materia da parte del re di Spagna, essendo una questione riguardante esclusivamente la Real Casa delle Due Sicilie.

2) Incoerenza Storica: il re Juan Carlos non poteva essere ritenuto “storicamente” competente quale successore diretto di re Carlo III di Borbone. Di fatto e di diritto, appunto, l’attuale monarchia spagnola è solo una “rifondazione” della monarchia spagnola, in quanto rifondata dal dittatore Francisco Franco nel 1947. Pertanto l’ex sovrano Juan Carlos non era successore “ex lege” di Carlo III, ma solo un suo successore politico. Rimesso sul trono dalla politica e dagli interessi di un dittatore.

3) Incoerenza Dinastica: il re Juan Carlos non poteva essere ritenuto “dinasticamente” competente quale rappresentante della Casa Reale e Dinastia dei Borbone di Spagna dalla quale discendono i Borbone Due Sicilie. Juan Carlos appartiene infatti alla linea della Casa Reale dei Borbone di Spagna discesi da Ferdinando VII e da Isabella II, ovvero coloro che storicamente hanno rigettato e disconosciuto l’originario diritto dinastico dei Borbone di Spagna di Filippo V e suoi successori. Sarebbe stato quindi davvero un grottesco paradosso chiedere a costoro di esprimersi sulla vicenda dinastica duosiciliana, perché i Borbone di Spagna sarebbero stati davvero gli ultimi in grado di giudicare il diritto dinastico dei Borbone Due Sicilie.

4) Dubbi sulla Imparzialità: in realtà la disputa “duosiciliana” fu molto probabilmente una disputa spagnola/duosiciliana per allontanare da Juan di Barcellona, padre di S.M. Juan Carlos, uno scomodo altro candidato al trono e la sua linea: il cugino/cognato Alfonso Maria (1901-1964). Infatti, dopo la restaurazione della monarchia operata da Franco nel ’47 e la situazione di rivalità scoppiata fra i vari aspiranti al trono, dopo la morte di Carlo Tancredi nel ’49, suo genero Juan, conte di Barcellona e padre di SM Juan Carlos, si dovette accordare con Alfonso Maria per convincerlo a dedicarsi solo alla successione duosiciliana.

Quindi tale “fazione spagnola”, sostenendo Alfonso Maria verso pretese illegittime, in aperto e totale contrasto con le leggi dinastiche della Real Casa delle Due Sicilie, si servì di polemiche ad arte, come la contestazione dell’atto di Cannes del 1901, solo per far scoppiare la “disputa duosiciliana” ed allontanare in questo modo, definitivamente, un potenziale rivale come Alfonso Maria dal trono di Spagna, giacché il dittatore Franco avrebbe potuto eventualmente scegliere lui – o il figlio Carlo Maria – invece di Juan di Barcellona, quale erede al trono. In base a tale fondata supposizione è comprensibile capire quindi anche le ragioni di tutta la successiva politica di Juan Carlos a favore della linea di Carlo Maria, fino all’”accordo di Napoli“, probabilmente l’ultimo atto di questo sostegno.

Alla luce di quanto esposto, dunque, appare forse chiaro che la presunta “disputa dinastica” fra i Borbone delle Due Sicilie era solo l’effetto della “disputa dinastica” in corso fra i vari rami – legittimi, non e ipotetici – della Real Casa di Spagna. Ovvero fra i vari Principi che erano in lizza per farsi scegliere da Francisco Franco per il trono di Spagna. Quindi la “disputa” fra i Borbone delle Due Sicilie – in realtà fra costoro ed una linea parentale spagnola – fu il tentativo di allontanare un ramo collaterale ma scomodo della Real Casa di Spagna – la linea di Alfonso Maria – dai diritti del ramo principale, cioè la linea di Juan conte di Barcellona, ovvero allontanarlo dalle sue eventuali pretese dinastiche spagnole. Il fortissimo dubbio circa interessi diretti e personali della Real Casa di Spagna nella disputa duo siciliana renderebbero quanto meno caduta l’imparzialità di qualsiasi arbitro e quindi anche di Juan Carlos.

5) Il presunto Riconoscimento di Don Carlos: in realtà, quando re Juan Carlos, con Regio Decreto n. 2412 del 16 dicembre 1994, decretò Don Carlos quale Infante di Spagna indicò semplicemente questo Principe “como representante de una línea dinástica vinculada históricamente a la Corona española” (“come rappresentante di una linea dinastica vincolata storicamente alla Corona spagnola”), e non come “la linea dinastica della Real Casa delle Due Sicilie”. Infatti a Don Carlos non venne riconosciuta nessuna spettanza quale Capo della Real Casa delle Due Sicilie. Anche perché non avrebbe avuto senso e diritto. Lo stesso titolo di “duca di Calabria” che si cita nel detto Decreto è spettante all’erede e non al Capo ed al Pretendente al trono! Quindi in tale decreto questo titolo deve essere inteso appunto come un semplice “titolo di cortesia ad una pretensione dinastica”. Perché suonerebbe risibile attribuire al Pretendente al trono delle Due Sicilie il titolo…. del suo erede dinastico! Sarebbe come se il pretendente al trono di Francia si facesse chiamare…. Il Delfino! In sostanza, inoltre, i pareri emessi dagli organi consultivi spagnoli furono espressi in modo informale. Quindi allo stesso modo lo Stato spagnolo non ha mai riconosciuto ufficialmente, ed ovviamente, le pretese dinastiche di Alfonso Maria e dei suoi eredi verso il trono delle Due Sicilie, anche per non andare in contrasto con lo Stato Italiano. Ma alla luce di tutto quanto esposto fin qui, vacilla anche la presunta competenza degli autorevoli Organi spagnoli. Erano così poco competenti oppure troppo obbligati?