
GENETLIACO DI SUA MAESTA’ LA REGINA MARIA SOFIA WITTELSBACH DI BORBONE E INIZIO DEL REGNO DI SUA MAESTA’ IL RE FERDINANDO IV DI BORBONE
Maria Sofia Wittelsbach di Borbone fu l’ ultima Regina di Napoli che regnò soltanto pochi mesi. Pochi mesi che stravolsero il terzo più florido Regno d’Europa per un’unificazione d’Italia non voluta e non richiesta dal Popolo delle Due Sicilie. ” L’ aquilotta bavara” come amava definirla il D’Annunzio si coprì di gloria a Gaeta insieme al marito, Sua Maestà il Re Francesco II. Sprezzante di ogni pericolo, sugli spalti delle batterie di artiglieria la sua presenza era costante. Ora accorreva a soccorrere i feriti, ora sosteneva il morale dei soldati con una buona parola. Nulla la fermava nella sua missione di Regina. Persino i nemici piemontesi l’ ammiravano. La sua carità raggiunse vette eccelse al punto di rischiare la vita per essa. D’accordo con il Re Francesco II rinunciò di esporre la bandiera nera ( che indicava gli obiettivi inviolabili dalle artiglierie piemontesi) dal suo alloggio per concederla ad un ricovero di feriti. Il suo amore sviscerato per i suoi popoli duo siciliani l’ accompagnò per tutta la vita: durante la prima guerra mondiale frequentemente accorreva, malgrado la sua età, nel campo di prigionieri italiani dispensando sigari e cioccolata ai soldati di provenienza napoletana o meridionale che non seppero mai chi fosse quella gentile nonnina che fu la Regina dei loro padri.
Sua Maestà il Re Ferdinando IV fu invece il sovrano che regnò più a lungo e, malgrado la storiografia giacobina che lo dipinse ingiustamente come un inetto e sanguinario, fu un re che lasciò ai posteri segni tangibili del suo profondo amore per il suo popolo. La colonia di San Leucio con il primo statuto dei lavoratori, la prima vaccinazione antivaiolosa gratuita per tutti ( scoperta ben 20 anni prima di quella del medico inglese Edward Jenner), la nascita dell’ arte della porcellana di Capodimonte, il protezionismo economico applicato per favorire unicamente lo sviluppo del suo popolo e del Regno sono solo alcuni dei numerosissimi meriti che Ferdinando IV ebbe incontrovertibilmente. Si trovò a governare in un periodo di transizione durante il quale il ciclone napoleonico si scagliò su tutta l’Europa. Pur rimanendo ancorato ai principi dell’assolutismo seppe cogliere il meglio dell’intellighenzia del tempo, anche se essa proveniva dai suoi nemici, per applicarlo nel suo ordinamento statale, e mi riferisco al codice napoleonico che fu assunto come codex nazionale, vista la sua validità.