
Martedì 6 ottobre 2015 a Cava dei Tirreni è stata celebrata, con il patrocinio della Delegazione di Napoli e Campania del nostro Sacro Ordine, la giornata dedicata alla memoria dei caduti nel centenario della grande guerra.
Erano presenti il Cavaliere di Grazia Ecclesiastico dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, Don Claudio Mancusi, Cappellano Militare capo Interforze Salerno-Avellino della Caserma D’Avossa e nuovo Cappellano del Sacrario Militare di Cava de Tirreni; la Delegazione di Napoli e Campania era rappresentata dal Delegato Marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli e dai membri della Delegazione Barone Raimondo Zampaglione, gli avvocati Giulio del Vaglio e Valeria Pessetti insieme alla sorella Donatella, nonché – per il Corpo di Soccorso – l’avvocato Pasquale Ragozzino e il dottore Erminio Petillo.
Hanno preso parte a questa giornata, inoltre, il Sindaco di Cava Vincenzo Servalli, l’Associazione Bersaglieri “Marcello Garzia” di Cava de’ Tirreni con il presidente Antonio Proto, il Comitato per il Sacrario Militare con il dottor Daniele Fasano, il Presidente Emerito Salvatore Fasano, il Comandante del 2°FOD, Gen. C.A. Luigi Francesco De Leverano, il Comandante del Comando Interregionale Forze Difesa Sud, Generale di Brigata Antonio Raffaele, il Comandante della Brigata Bersaglieri Garibaldi, Generale di Brigata Claudio Minghetti, i Comandanti degli enti militari interforze e di pubblica sicurezza delle province di Salerno ed Avellino con le autorità civili e militari della città di Cava e della Provincia di Salerno, le Associazioni Combattentistiche e d’arma, la Croce Rossa Italiana.
La giornata ha avuto inizio con l’omaggio da parte dell’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, S.E.R. Mons. Santo Marcianò, al Sacrario Militare di Cava de’ Tirreni ove si è fermato per un momento di preghiera durante il quale ha sottolineato la necessità di ripartire dall’Uomo, che deve sempre avere davanti a sé la propria dignità, evidenziando che luoghi come il Sacrario sono lezioni di vita perché regalano un messaggio educativo fondamentale.
Mons. Marcianò ha incontrato anche i familiari dei caduti nelle missioni internazionali di pace all’estero ed ha incoraggiato l’opera svolta dai militari a favore della pace e della sicurezza con particolare riferimento all’impegno del Reggimento Cavalleggeri Guide 19°. L’intervento della Fanfara della Brigata Bersaglieri Garibaldi ha concorso a rendere solenne la commemorazione.
E’ stata poi celebrata nella Basilica-Santuario di San Francesco la Solenne Messa Pontificale di affidamento del personale militare e di pubblica sicurezza operante nell’area salernitano-avellinese, a San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia.
Hanno concelebrato la solenne cerimonia S.E.R. Mons. Santo Marcianò e l’Arcivescovo di Amalfi-Cava S.E.R. Mons. Orazio Soricelli unitamente ad i cappellani militari.
Particolarmente toccante l’omelia durante la quale S.E.R. Mons. Santo Marcianò ha sottolineato la particolare importanza dell’opera di tutela e prevenzione svolta dai militari e dalle forze dell’ordine nei confronti dei reati tutti ed in particolare dei reati ambientali, evidenziando la responsabilità dell’uomo di oggi nei confronti della tutela del patrimonio e dell’ambiente, nel rispetto della parola e del messaggio di San Francesco d’Assisi.
La cerimonia si è conclusa con il suggestivo “lancio del Botafumeiro” ovvero del turibolo/incensiere custodito nella Basilica, il più grande del mondo dal 2010, alto 1.60 metri – pesante 70 chili, più 13 tra carbone e incenso – in rame cesellato bagnato nell’argento. Per farlo oscillare ad una velocità di 80 chilometri orari, è stato legato dal suo grande anello ad una enorme corda che scende da una carrucola fissata al centro del soffitto della navata del santuario. Dopo la spinta iniziale, dieci ”Tiraboleros” dell’Associazione dei Portatori hanno tirato l’altro lato della corda, che si dirama in corde più piccole, per controllare l’oscillazione del grande botafumeiro, mentre l’incenso si è sparso in tutta la navata su tutti i presenti.
Infine un momento conviviale nel chiostro dell’attiguo convento.